lunedì 26 maggio 2008

Governo Nucleare Articolo di Gianni Mattioli e Massimo Scalia

Da "il manifesto" del 24 maggio
 
Ministri, politici e Confindustria ripetono che dall'energia nucleare si
puo' trarre energia abbondante, tanto da liberarci dalla schiavitu' del
petrolio e del gas, energia pulita, tanto da contrastare l'incubo del
cambiamento climatico, energia a prezzi ben piu' limitati, tanto da ridar
fiato alla nostra stanca economia.
Tutto cio' e' una favola, non ha alcun fondamento scientifico razionale: non
poco o tanto discutibile, semplicemente inesistente. Tanto che sorge una
domanda ingenua: e' possibile che ministri, politici e industriali possano
proclamare tante assurdita' senza che un tecnico amico gli suggerisca
qualche dato?
Basterebbe guardare gli altri paesi nucleari: forniscono un quadro di crisi
dell'energia nucleare, documentata dai rapporti dell'Agenzia Internazionale
dell'Energia (Aie) e, in particolare, dell'Agenzia Internazionale per
l'Energia Atomica (Aiea) delle Nazioni Unite.
*
L'energia nucleare abbondante. Di che parliamo? Oggi essa copre il 6,4% del
fabbisogno mondiale di energia, e di uranio fissile, a questo ritmo modesto
di impiego, secondo il rapporto Aiea del 2001 ce n'era per 35 anni. Certo,
si potrebbe ricorrere all'uranio 238, ben piu' abbondante in natura: si
tratta di un tipo di uranio non fissile, ma attraverso il processo di
cattura di un neutrone, si puo' trasformare in plutonio, materiale fissile,
anzi ingrediente principale per le bombe. Materiale dunque ad alto rischio
di proliferazione militare e anche sanitario: un milionesimo di grammo e' la
dose che puo' essere letale per inalazione. La Francia, che aveva perseguito
con decisione questa strada, l'ha abbandonata col venir meno dell'urgenza
strategica della force de frappe.
*
La questione delle scorie radioattive provenienti dalla fabbricazione e
dall'impiego del combustibile nucleare. Solo per l'Italia, con il suo
modesto passato nucleare, si tratta di un centinaio di migliaia di metri
cubi, da sistemare in modo che non vengano piu' a contatto - per "ere"
intere - con l'ambiente, la falda idrica, tutti noi. Oggi non c'e'
soluzione. Si era fatto molto affidamento - anche per Scanzano - sulle
strutture geologiche saline, fidando sul carattere idrorepellente: l'acqua
e' un temibile avversario per la sua capacita' di fessurazione di qualsiasi
contenitore e conseguente messa in circolazione dei materiali radioattivi.
La fiducia e' crollata qualche anno fa, quando, nel corso della messa a
punto del deposito Wipp del New Mexico, l'acqua ha fatto irruzione la' dove
non ci si sarebbe aspettati di trovarla e, inoltre, si e' anche ipotizzata
la possibile circolazione d'acqua a causa dell'insediamento di materiali ad
alta temperatura (a causa della loro radioattivita') con conseguente
alterazione delle condizioni di stabilita' geologica. Oggi si spera nelle
rocce argillose e la Francia indirizza a queste strutture geologiche la sua
ricerca.
*
Ma allora quanto costa il kilowattora, in una situazione nella quale il
ciclo del combustibile nucleare e' tutt'ora materia di ricerca fondamentale?
E si torna alla complessita' di una tecnologia che ripropone il problema
della radioattivita', l'insoluta sfida che conosciamo dal 1896, con la
scoperta di Becquerel. E' questo in definitiva il fattore che ha fatto
lievitare il costo dell'energia prodotta, man mano che le popolazioni (e i
lavoratori) statunitensi chiedevano standard di protezione sempre piu'
elevati.
Vorremmo ricordare a ministri, politici e Confindustria che tutt'ora il
danno sanitario da riadioazioni non ammette soglia al di sotto della quale
non c'e' rischio: dosi comunque piccole - questa e' la valutazione della
Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Ionizzanti -
possono innescare i processi di mutagenesi che portano al danno somatico
(tumori, leucemia) o genetico. Da qui la lievitazione dei costi per la
riduzione di rilasci di radiazioni, si badi, in condizioni di funzionamento
di routine, degli impianti. E, a maggior ragione, la questione della
sicurezza da incidenti.
*
Nasce da tutto questo il progressivo abbandono del nucleare civile, che dal
1978 diviene totale per gli Usa e all'inizio degli anni '90 per tutti i
paesi Ocse (con la sola eccezione del Giappone), Francia compresa. Di qui il
consorzio di ricerca guidato dagli Stati Uniti, Generation IV, che proclama
la messa a punto di un reattore che si vorrebbe piu' sicuro, che usi con
maggior efficienza l'uranio, non proliferante e che dovrebbe costare di
meno. Il prototipo non e' atteso prima del 2025, ma il premio Nobel Carlo
Rubbia giudica gia' insufficiente il programma.
*
In questo quadro e' incredibile parlare di energia pulita e poco costosa: il
Department of Energy situa a 0,06 euro il prevedibile costo del kWh al 2010
e vien da sorridere se si pensa al costo del vento e alla sua formidabile
espansione, altro che nucleare, su scala mondiale.
Certo, le imprese elettromeccaniche devono pur lavorare e forniscono
impianti per esempio a Cina e India, ma continuano a non piazzarli in casa:
solo gli enormi incentivi del provvedimento di Bush fanno dire alla Exelon,
una delle principali imprese elettriche Usa, che, in virtu' di quegli
incentivi, partiranno un paio di impianti entro il decennio, ancora di terza
generazione, come di terza generazione e' quello che si annuncia in Francia
in mancanza di meglio.
E' questo che ci propongono governo, politici e industriali? Attendiamo
chiarimenti.

Nessun commento: